Questa è la classica domanda che mi viene posta quando il paziente ha dolore al ginocchio e una Risonanza che certifica una lesione al menisco.
Per rispondere correttamente a questa domanda ho bisogno di diversi elementi. Considero nettamente più importante la storia del dolore al ginocchio e la clinica, rispetto al referto radiologico. Quest’ultimo ha senza dubbio la sua importanza, ma è la descrizione delle immagini di risonanza. Non aggiunge altro di quel ginocchio.
Non tutte le risonanze con referto di lesione al menisco hanno indicazione chirurgica e questo lo si può capire solo effettuando una valutazione clinica accurata e capendo se i dolori che il paziente accusa possono essere riferiti a quel problema.
Credo sia doveroso fare una rapida descrizione di cosa siano i menischi e a cosa servano: sto parlando di 2 strutture elastiche, posizionate ai lati dei piatti tibiali, con una minima possibilità di movimento (seppur ben ancorate).
La tavola anatomica illustra meglio di molte parole: è un ginocchio visto dall’alto, in cui si notano i 2 menischi appoggiati sul piatto tibiale. Se si immagina il femore appoggiare sulla tibia (e quindi sui menischi) si possono facilmente intuire le 2 funzioni dei menischi:
Possiamo paragonare i menischi ad una spugna: in giovane età sono molto elastici e ben idratati; dopo i 40-45 anni parliamo di un tessuto abbastanza elastico (può diventare anche calcifico in tarda età e lo si vede anche dalle Rx) ma che è sempre meno idratato.
Quando una spugna è secca non è più elastica e si strappa più facilmente, giusto?
Ci sono diversi TIPI DI LESIONE ai menischi, in base alla sede di lesione e dell’estensione.
La lesione più comune è a carico della regione posteriore del menisco mediale, in particolare il corno posteriore del menisco mediale.
Un’altra lesione comune è quella radiale (cioè un taglio trasversale), di solito a carico del menisco laterale. Un frammento di menisco lesionato può formare un flap ed essere instabile all’interno dell’articolazione. Un’altra lesione instabile è la lesione a manico di secchio (di cui parlo più avanti)
Oltre al tipo di lesione, dobbiamo distinguere tra
E’ una divisione scolastica ma è fondamentale per decidere l’approccio terapeutico
Solitamente le lesioni traumatiche avvengono in un soggetto giovane (quindi con menischi sani, elastici e ben idratati) ed è legato a un trauma sportivo con rotazione del ginocchio (calcio, basket, sci, rugby, corsa). Con una storia clinica di trauma di questo tipo e di test clinici positivi, sarà più probabile che proponga l’intervento chirurgico per stabilizzare e pulire quella lesione, in modo da poter riprendere l’attività sportiva.
Viceversa le lesioni degenerative sono piccoli strappi in un menisco già in parte compromesso (la spugna secca che dicevo poco fa): spesso addirittura avvengono senza traumi veri e propri ma è un dolore al ginocchio che peggiora giorno dopo giorno e che condiziona negativamente le attività.
Una delle cause più frequenti è “sono stato accovacciato per qualche decina di minuti e quando mi stavo alzando ho sentito una fitta al ginocchio…Da allora il ginocchio non è stato più lo stesso”. Nelle lesioni di tipo degenerativo l’approccio è di solito conservativo, in quanto il menisco sfilacciato PROBABILMENTE si accompagna ad un ginocchio un po’ usurato, quindi la colpa del dolore non è SOLO del menisco.
Da diversi anni ormai, l’esame strumentale principe per la valutazione dei menischi è la Risonanza Magnetica
Dopo aver descritto dei tipi di lesione, posso tornare a quanto detto all’inizio: credo sia più importante farsi raccontare la storia di quel dolore al ginocchio ed effettuare una visita completa del ginocchio (anche quello sano).
Un ginocchio con menisco lesionato SOLITAMENTE avrà dolore alla deambulazione ma soprattutto ai cambi di direzione e ad accovacciarsi/rialzarsi da accovacciato. NON è un dolore presente a riposo (tranne di solito i primi giorni dopo il trauma, quando potrà essere anche gonfio).
Può esserci la sensazione di avere il ginocchio bloccato: in molti casi NON c’è un vero blocco ma è il nostro cervello che “irrigidisce” il ginocchio e la muscolatura per evitare di sentire ulteriore dolore. In alcuni casi invece c’è un vero e proprio ostacolo all’interno del ginocchio ed è un pezzo stesso di menisco (la cosiddetta LESIONE A MANICO DI SECCHIO): questo è probabilmente l’unico caso in cui c’è fin da subito indicazione chirurgica, a prescindere dalla lesione traumatica/degenerativa e dall’età del paziente.
Un esempio di quanto appena detto si può trovare qui di seguito: una lesione a manico di secchio del menisco mediale visibile in Risonanza e durante il mio intervento.
Figura 2 (nel cerchio rosso e a dx il frammento di menisco “ribaltato” all’interno dell’articolazione)
Ci sono altri tipi di dolori nel ginocchio ma che col menisco hanno poco a che fare: propongo quindi l’intervento se i test clinici concordano con la risonanza magnetica e in base alla storia clinica di quel ginocchio.
In caso contrario invece propongo altre terapie che hanno lo scopo di alleviare il dolore ma soprattutto di recuperare l’articolarità del ginocchio e il tono/elasticità muscolare: la letteratura scientifica internazionale (ma anche l’esperienza che ho maturato in questi anni) ci spiega che spesso è più importante un buon recupero funzionale del ginocchio per ottenere risultati uguali o migliori dell’intervento.
A volte bisogna solo avere buona volontà e soprattutto un po’ di pazienza!
L’intervento per le patologie del menisco è da decenni l’artroscopia. Consiste nel praticare 2 piccoli fori davanti al ginocchio (a volte un terzo foro al di sopra e medialmente) per permettere il passaggio dello strumentario chirurgico (telecamera, ricircolo dell’acqua sterile, pinze per regolarizzare i menischi).
Si opera manipolando gli strumentari e guardando un monitor ad alta definizione. Questo ha permesso di diminuire drasticamente l’invasività nel trattamento e di essere assolutamente selettivi nella regolarizzazione delle lesioni.
L’intervento, in regime ambulatoriale, viene effettuato in anestesia spinale (meno frequentemente in anestesia generale: se ci sono problematiche particolari ad effettuare l’anestesia spinale oppure su richiesta esplicita del paziente).
Il paziente viene incoraggiato, nelle ore successive, a mobilizzarsi con le stampelle (e assistito dal personale in reparto). Entro sera c’è la dimissione al domicilio.
Incoraggio fin da subito il paziente a caricare l’arto operato, seppur con stampelle, e iniziare già nei giorni successivi gli esercizi di recupero funzionale del ginocchio operato.
La medicazione la effettuo a 7 giorni dall’intervento e la visita di controllo a 30 giorni. In questo arco di tempo solitamente il paziente recupera una buona autonomia, sia nella vita quotidiana che lavorativa che sportiva.
Non sempre si è costretti a regolarizzare un menisco lesionato (cioè ad asportarne una parte): in alcuni casi è possibile salvare il menisco lesionato con una sutura meniscale, che consiste nel fissare lo strappo del menisco con uno strumentario dedicato. Non tutte le lesioni dei menischi consentono tale procedura: è un’indicazione “di nicchia” che va riservata a pazienti giovani (di solito sotto i 30 anni) e con lesioni PERIFERICHE del menisco.
Questo tipo di lesioni, se suturate, hanno possibilità di cicatrizzare in quanto arriva il sangue, viceversa nelle lesioni lontane dalla periferia non c’è afflusso di sangue, quindi NON HANNO POSSIBILITA’ DI CICATRIZZAZIONE.
Questa tecnica operatoria ha il grosso vantaggio di salvare il menisco; tuttavia la problematica principale è che la sutura rischia di rompersi di nuovo o di NON CICATRIZZARE. Bisogna poi tenere presente che le tempistiche di recupero sono nettamente aumentate rispetto al classico intervento di regolarizzazione del menisco. Si parla di MESI, non di settimane.
Tutte queste informazioni le fornirò SEMPRE al paziente, in quanto l’impegno riabilitativo e il ritorno alle attività quotidiane è ben diverso in un caso o nell’altro.
La lesione dei menischi può essere correlata con la lesione del legamento crociato anteriore: visita la sezione specifica per saperne di più.
Per qualsiasi informazione puoi scrivermi una mail all’indirizzo ortopedico@giovannilongoni.it
Puoi prenotare una visita direttamente dal sito cliccando qui [https://bit.ly/2CEJAX6]
Per informazioni e prenotazioni telefoniche: